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Verso una pedagogia dell’incontro

  • Immagine del redattore: Idi di Marzo
    Idi di Marzo
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

In un tempo di isolamento e connessioni virtuali, la scuola può diventare il luogo dell’incontro vero, del corpo, dello sguardo, della parola che accoglie. Educare all’affettività significa restituire umanità alle relazioni e spazio alla lentezza, alla cura e alla gentilezza.

L’educazione all’affettività è un com- pito essenziale della scuola contem- poranea, perché solo imparando a conoscere e gestire le proprie emo- zioni gli studenti possono crescere come persone consapevoli e capaci di costruire relazioni autentiche e rispettose.

Viviamo in un tempo in cui i ragazzi comunicano soprattutto attraverso i social, spesso nascosti dietro schermi che riducono la profondità delle relazioni. La scuola, invece, può e deve offrire uno spazio reale di incontro, dove le emozioni non siano nascoste o giudicate, ma comprese e valorizzate. L’educazione all’affettività significa insegnare ad ascoltare, a rispettare, a comprendere la diversità e a gestire i conflitti in modo costruttivo. È una forma di educazione alla vita, non un’aggiunta secondaria ai programmi scolastici.

Tuttavia, parlare di affettività non è semplice. Spesso si incontrano resistenze culturali e familiari, oppure si tende a ridurre il tema alla sola dimensione sessuale, dimenticando che l’affettività abbraccia tutto ciò che riguarda il modo di entrare in relazione con sé e con gli altri.

Anche gli adulti — insegnanti e genitori — hanno bisogno di formazione per af- frontare questi temi con competenza e sensibilità, evitando giudizi o moralismi. Non si può educare all’affettività se non si è disposti a mettersi in gioco personalmente.

Promuovere l’educazione affettiva significa anche educare alla cittadinanza: chi sa riconoscere e rispettare i propri sentimenti e quelli altrui è capace di convivere in modo pacifico e solidale. Una scuola che educa agli affetti non si limita a trasmettere conoscenze, ma costruisce le basi per una società più umana e accogliente.

In un mondo che cambia rapidamente e che spesso spinge all’individualismo, la scuola può ancora essere un luogo di incontro, di ascolto e di crescita interiore.


Ma siamo davvero pronti a dare spazio alle emozioni nell’educazione?

Gli insegnanti sono sostenuti e formati per affrontare questo compito?

E noi, come adulti, siamo disposti a riconoscere che educare agli affetti è anche un modo per imparare, ogni giorno, a diventare più umani?

Riflettiamo sulle differenze tra educazione sessuale, educazione all’affettività e educazione alle relazioni (cfr. scheda) e costruiamo, insieme (scuola, famiglia ... mondo) percorsi per aiutare bambine/i e ragazze/i a crescere con consapevolezza, senza paure né tabù, ma anche senza banalizzazioni.

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