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Se non si può stare in aula, allora puntiamo all’apprendimento outdoor

  • Immagine del redattore: direttore
    direttore
  • 24 mag 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

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"Chissà che scuola ritroveranno il prossimo settembre, bimbi e ragazzi. Chissà cosa gli resterà dentro di questo lungo periodo di isolamento. Chissà se la didattica online porterà a dei reali risultati o se si dimostrerà essere stata solo un tampone poco efficace di tante settimane lontani dai banchi della propria classe.

Chissà.

Tra rabbia, aspettative, preoccupazioni, attese … sono tante le domande che affollano la testa di genitori e insegnati. I primi, costretti a destreggiarsi tra smart-working e home schooling, i secondi impossibilitati a svolgere il proprio mestiere e costretti ad insegnare via web.

Insomma, quale futuro attende i nostri figli? E i docenti? E cosa si possono aspettare noi genitori? Cosa abbiamo davanti?"

Melissa Ceccon che si firma "Mamma di due, moglie di uno, giornalista e autrice del blog Mamma Che Ansia. Vive e lavora nella verdeggiante Brianza, sempre pronta a scrivere e raccontare le storie più interessanti per le mums", sul sito www.mumadvisor.com sottolineando come "ci si è resi conto ancor di più del fondamentale ruolo della scuola non solo nella vita dei ragazzi ma per la società intera ma -dall’altro lato- ha fatto emergere anche tante crepe già esistenti nel sistema scolastico italiano" rilancia la lettera aperta inviata al Governo dai Docenti e genitori uniti per una NUOVA SCUOLA che "hanno voluto mettere in luce: una metodologia didattica più improntata all’outdoor e meno precariato tra gli insegnanti, così da garantire continuità nelle relazione e nei contatti sociali."

 
 
 

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