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Scuole, come ripartire?

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  • 10 set 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

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La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina (LaPresse)

"Tra le parole che sentiamo più spesso in questo scorcio di apertura di anno scolastico, ce ne sono molte che iniziano con “ri”: ri-partire, ri-prendere, ri-cominciare. L’idea che ci sia stata un’interruzione che segna un prima e un dopo non solo è diffusa, ma sembra veramente corrispondere a un dato di fatto. Tuttavia, per un educatore, non basta questa consapevolezza, anche questa buona volontà, per proporre ai suoi ragazzi un modello o adeguato alla difficoltà del momento presente. Né esiste una ricetta: solo qualche considerazione per innescare una riflessione."

Con queste parole inizia la riflessione di Luisa Ribolzi, pubblicata il 10 settembre su ilsussidiario.net.

Per Luisa Ribolzi, già professoressa di sociologia dell'educazione presso la Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Genova, esperta degli aspetti istituzionali della formazione, con particolare riguardo ai modelli organizzativi e al rapporto pubblico/privato, alla valutazione dei sistemi, e alla professionalità degli insegnanti, oltre che di temi relativi al rapporto fra scuola e mercato del lavoro, anche in ambito internazionale, la possibile risposta/soluzione alla domanda "Scuole, come ripartire?" sta nel "Delegarle a fare da sé, i soldi per farlo e la valutazione"


 
 
 

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