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I conti non tornano, la scuola smart pensata per pochi.

  • Immagine del redattore: direttore
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  • 20 apr 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 24 apr 2020




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Il rientro a scuola sarà complesso. Nei ragionamenti sulla fase due si evocano lezioni nei giardini degli istituti o nei musei, aule rimodulate, mix virtuosi di didattica online e in presenza: bello e impossibile. O meglio, possibile solo per chi ha risorse, spazi adatti, contesti accoglienti: insomma, per chi è avvantaggiato, e magari anche prima del virus riusciva a fare scuola in maniera «creativa». L’entusiasmo per le magnifiche sorti e progressive generate dalla crisi ignora che il sistema già fatica a funzionare in condizioni normali. Dilaga il precariato, mancano presidi e direttori amministrativi: non è certo l’ideale per affrontare tutti gli adempimenti che la riapertura imporrà. Se si considera, inoltre, che nei migliori dei casi le procedure di nomina dei supplenti si portano via l’intero settembre, immaginare quel che può accadere in tempi di coronavirus dà i brividi.


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