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Come gestire gli smartphone in aula

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  • 17 ott
  • Tempo di lettura: 6 min
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L'uso degli smartphone in contesti scolastici è da tempo oggetto di un dibattito articolato e multidisciplinare, che coinvolge ambiti scientifici, pedagogici, psicologici e sociologici. Marco Lazzeri, cyberpsicologo, videogames therapist certificato ed esperto in realtà virtuale e intelligenza artificiale sulla questione propone la riflessione su agendadigitale.eu (7-10-2025) che di seguito si riproduce.

Le potenzialità degli smartphone in aula e i divieti italiani

Negli ultimi anni, l’evoluzione delle tecnologie mobili e la diffusione capillare dei dispositivi digitali tra gli adolescenti hanno reso questa questione ancora più urgente, richiedendo un’analisi critica dei vantaggi e dei rischi legati all’integrazione dei dispositivi nella didattica.

Da un lato, gli smartphone rappresentano strumenti di straordinaria potenzialità didattica, consentendo l’accesso immediato a risorse educative, la possibilità di svolgere ricerche in tempo reale e di facilitare la comunicazione tra studenti e docenti. Dall’altro, emergono preoccupazioni legate a distrazioni, riduzione della capacità di attenzione, impatto sulle relazioni sociali e fenomeni di dipendenza digitale (Kushlev & Leitao, 2020).

La recente dichiarazione del Ministro Valditara sul divieto di utilizzo degli smartphone anche alle scuole superiori ha riacceso il dibattito sull’opportunità di regolamentare questi strumenti nell’ambiente scolastico, evidenziando la necessità di un’analisi approfondita dei benefici e delle problematiche connesse, alla luce di evidenze scientifiche consolidate e di studi emergenti nel campo della psicologia dell’apprendimento e della neuroscienza educativa.

Apprendimento attivo e personalizzazione digitale

Dal punto di vista psicologico, numerosi studi hanno evidenziato che l’uso controllato e guidato dello smartphone può favorire processi di apprendimento attivo, stimolare la curiosità e incrementare la motivazione intrinseca attraverso strumenti interattivi e multimediali (Sung, Chang & Liu, 2016). Le applicazioni educative, le piattaforme di e-learning e le risorse digitali integrate nei curricula possono migliorare l’accessibilità ai contenuti e personalizzare l’esperienza didattica, favorendo approcci inclusivi per studenti con difficoltà di apprendimento o bisogni educativi speciali.

In particolare, l’utilizzo di tecnologie mobili permette agli studenti di sviluppare competenze di apprendimento autoregolato, promuovendo strategie metacognitive come il monitoraggio del proprio progresso, l’autovalutazione e la pianificazione delle attività, elementi fondamentali per la costruzione di un apprendimento profondo e duraturo.

Motivazione, creatività e problem solving

Gli smartphone possono inoltre potenziare la motivazione intrinseca attraverso la possibilità di sperimentare esperienze di apprendimento personalizzate, interattive e collaborative. L’integrazione di elementi multimediali, quiz in tempo reale, simulazioni digitali e contenuti gamificati favorisce l’impegno cognitivo e la partecipazione attiva, generando un contesto educativo più stimolante e dinamico. Tale approccio risulta particolarmente efficace nella promozione della capacità di problem solving, della creatività e della flessibilità cognitiva, abilità fondamentali per affrontare situazioni complesse e per il lifelong learning.

Relazioni sociali ed equilibrio emotivo

In termini relazionali, gli smartphone consentono agli studenti di mantenere una comunicazione costante con i pari, di collaborare in progetti di gruppo e di accedere a reti sociali di supporto che, se ben gestite, possono rafforzare il senso di appartenenza scolastico e il benessere emotivo (Valkenburg & Peter, 2011). Tali strumenti favoriscono la costruzione di comunità di apprendimento digitali in cui gli studenti condividono risorse, discutono concetti e supportano reciprocamente la comprensione di contenuti complessi.

Inoltre, può facilitare la creazione di legami di supporto emotivo tra studenti, contribuendo alla regolazione delle emozioni e al miglioramento della resilienza psicologica. Tuttavia, l’uso improprio o eccessivo può condurre a fenomeni opposti: isolamento sociale, cyberbullismo, ansia da notifiche e compromissione delle relazioni interpersonali in presenza. La qualità delle interazioni digitali è quindi determinante: relazioni significative online possono avere effetti positivi sul benessere emotivo, mentre interazioni superficiali o conflittuali tendono ad amplificare ansia e isolamento sociale.

Attenzione, distrazione e debito cognitivo

La letteratura psicologica sottolinea anche l’importanza di considerare la maturità cognitiva degli studenti. Nei contesti delle scuole superiori, dove la capacità di autoregolazione è ancora in fase di consolidamento, la disponibilità illimitata dello smartphone durante le lezioni può ridurre la capacità di mantenere l’attenzione sostenuta, generando una cosiddetta “attentional fragmentation” (Rosen et al., 2013). Questo fenomeno è strettamente legato al concetto di “debito cognitivo”, ovvero la sottrazione di risorse mentali a compiti complessi a causa di continue interruzioni digitali.

Tali effetti possono manifestarsi non solo nell’immediato, ma anche nel tempo, incidendo sulla capacità di consolidare informazioni nella memoria a lungo termine e di sviluppare strategie di pensiero critico e problem solving. Tuttavia, vietare in modo assoluto l’uso degli smartphone potrebbe rappresentare una soluzione miope, rischiando di privare la scuola di uno strumento che, se integrato con strategie pedagogiche adeguate, può diventare un alleato nella didattica contemporanea. Esperienze condotte in diversi contesti educativi hanno dimostrato che l’adozione di politiche regolamentate, basate su momenti di utilizzo consapevole alternati a momenti di disconnessione, favorisce non solo l’apprendimento, ma anche lo sviluppo di competenze metacognitive e di gestione del tempo digitale (Haddock et al., 2022). Tali approcci comprendono l’uso di smartphone per attività specifiche come ricerche guidate, quiz interattivi, laboratori digitali o piattaforme collaborative, mentre in altri momenti si privilegia la concentrazione senza dispositivi, riducendo il multitasking dannoso e promuovendo strategie di concentrazione sostenuta.

Benessere digitale e resilienza emotiva

Da una prospettiva di psicologia positiva, l’uso guidato dello smartphone può promuovere il benessere emotivo attraverso app dedicate alla mindfulness, al monitoraggio del proprio umore e all’educazione socio-emotiva (Flett et al., 2019). Alcune scuole hanno sperimentato programmi in cui gli smartphone sono diventati strumenti per facilitare interventi di educazione emotiva, rafforzando la capacità degli studenti di riconoscere e regolare le proprie emozioni in situazioni di stress accademico. L’integrazione di questi strumenti può contribuire allo sviluppo della resilienza emotiva, alla gestione dell’ansia da prestazione e alla costruzione di strategie di coping efficaci, competenze cruciali per affrontare le sfide della vita scolastica e personale.

Rischi psicologici e dipendenza digitale

D’altro canto, le problematiche non sono trascurabili. L’esposizione prolungata agli schermi è stata associata a un peggioramento della qualità del sonno, a una riduzione della capacità di memoria di lavoro e a un incremento dei livelli di ansia e depressione in adolescenti (Twenge & Campbell, 2018). L’uso compulsivo, alimentato da dinamiche di rinforzo tipiche dei social media, può innescare meccanismi simili a quelli delle dipendenze comportamentali, con un impatto negativo sul rendimento scolastico e sul benessere psicologico complessivo. Questi effetti possono essere amplificati dalla mancanza di regolazione autonoma, dall’assenza di pause strategiche e dalla sovrapposizione continua tra attività digitali e impegni scolastici, fenomeno definito “techno-stress” nella letteratura recente.

Partecipazione degli studenti e regole condivise

La psicologia dell’educazione suggerisce inoltre che il coinvolgimento attivo degli studenti nella definizione delle regole di utilizzo contribuisce ad aumentare l’adesione e la responsabilizzazione. Strategie di co-creazione delle policy scolastiche, basate su un dialogo tra corpo docente, studenti e famiglie, si sono dimostrate più efficaci rispetto a divieti imposti unilateralmente. La partecipazione degli studenti nella definizione delle regole promuove senso di responsabilità, autonomia e autoefficacia, elementi centrali della motivazione intrinseca secondo la Self-Determination Theory (Deci & Ryan, 2017).

Uso critico e digital self-regulation

Il dibattito sullo smartphone a scuola si inserisce in una riflessione più ampia sul ruolo delle tecnologie digitali nello sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo delle nuove generazioni. Più che demonizzare lo strumento, la sfida è educare a un uso critico, consapevole e finalizzato, capace di bilanciare i benefici informativi e relazionali con la tutela del benessere psicologico. La scuola del futuro dovrà quindi non solo insegnare a usare le tecnologie, ma anche a disconnettersi quando necessario, coltivando quella competenza oggi definita “digital self-regulation”.

Strategie per un’integrazione equilibrata

Gli smartphone a scuola non sono né una panacea né una minaccia assoluta, ma strumenti complessi il cui impatto dipende dalle modalità di integrazione nel contesto educativo. (Liebherr et al., 2020) Un approccio scientificamente fondato e psicologicamente sensibile, che consideri tanto i rischi quanto le opportunità, rappresenta la via più promettente per trasformare un potenziale fattore di distrazione in una risorsa per l’apprendimento e la crescita personale.

L’adozione di strategie di uso consapevole, la formazione continua degli insegnanti e la partecipazione attiva degli studenti nella definizione delle regole costituiscono la chiave per un utilizzo equilibrato e sostenibile, in grado di promuovere competenze cognitive, emotive e sociali fondamentali per la formazione delle nuove generazioni, garantendo un approccio integrato alla tecnologia che favorisca lo sviluppo armonico della mente, del corpo e della sfera relazionale.

Solo attraverso una visione educativa che riconosca la complessità del rapporto tra adolescente e dispositivo digitale sarà possibile valorizzare pienamente i benefici degli smartphone, minimizzando al contempo i rischi legati alla distrazione, alla frammentazione dell’attenzione e alla dipendenza digitale, creando così ambienti di apprendimento realmente inclusivi, innovativi e sostenibili.



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